Questo articolo rappresenta un estratto in anteprima del Capitolo V del libro Come difendere un’idea innovativa®. Il libro è ispirato dall’omonimo corso-evento ideato dall’Avv. Arlo Canella e presentato al pubblico per la prima volta nel 2015. Da allora, l’evento Come difendere un’idea innovativa® viene replicato periodicamente, continuando a riscuotere interesse e consenso di pubblico. Il libroCome difendere un’idea innovativa® sarà disponibile per l’acquisto a partire dal 22 maggio 2025: per rimanere aggiornati sull’uscita dei prossimi estratti ed essere avvisati della pubblicazione del libro, è possibile iscriversi tramite il seguente link.
Quando ero piccolo, per me Nonno Antonio era un inventore. O forse, più precisamente, un aggiustatore. Passavo molto tempo con lui e, tra gli oggetti e i misteri del suo garage, ogni cosa sembrava avere un’anima e una seconda possibilità.
Aveva un’autentica anima da meccanico, un talento naturale per il recupero e la riparazione. Qualsiasi cosa si rompesse – ma io ricordo soprattutto i miei giocattoli – finiva nelle sue mani esperte. E quasi sempre, dopo qualche ora (o qualche giorno, a seconda della gravità del danno), tornava funzionante.
Quasi sempre.
L’unico vero problema erano i giocattoli di plastica. Lì, le riparazioni diventavano… un po’ più creative. Perché, se i pezzi non combaciavano più perfettamente, la soluzione era una sola: fondere la plastica e rimodellarla alla meno peggio. Il risultato? Sempre un po’ storto, più corto, irregolare, ma per me non aveva importanza. Era comunque una testimonianza evidente dell’ingegno del nonno.
Nel suo garage, tra mille strumenti e le cose più strane, c’era però un oggetto che spiccava su tutti: la bicicletta pieghevole. Anzi, più di una. Vecchie, rottami recuperati chissà dove, magari trovati in qualche angolo di strada, ma tutte trasformate in biciclette pieghevoli funzionanti.
Quelle dei miei amici non si piegavano. Le sue sì.
Quindi, nel mio mondo, non c’era nulla di più logico: chi, se non lui, avrebbe potuto creare una bici così ingegnosa?
Crescendo, naturalmente, ho scoperto la verità: quella bicicletta non era una sua invenzione, bensì la Graziella, il modello pieghevole brevettato da Rinaldo Donzelli nel 1964 e prodotto dalla Carnielli. Un’icona del design italiano, la bicicletta pieghevole per eccellenza.
Ma questa rivelazione non ha scalfito l’immagine che avevo del nonno. Per me, lui rimaneva un inventore. E anche quando ormai ero adulto e la mia strada professionale aveva preso una direzione chiara, lui era particolarmente fiero del fatto che mi occupassi di brevetti.
Ma allora, quando un’idea, per quanto brillante, può davvero essere brevettata?
Quando un’intuizione si trasforma in un’invenzione tutelabile?
È arrivato il momento di addentrarci nei requisiti fondamentali della brevettabilità.
Avvocato Arlo Canella