Sottrazione del codice software: conflitto tra sviluppatore e startup
Diffida e trattative per tutelare il contributo intellettuale del socio di minoranza
Luglio 2024
Richieste del cliente
Uno sviluppatore software, collaboratore tecnico e socio di minoranza di una startup innovativa nel settore delle tecnologie avanzate, si è rivolto allo Studio a seguito della ricezione di una diffida formale da parte della società. Dopo aver contribuito in modo determinante allo sviluppo di un sistema proprietario di calibrazione, il cliente aveva rimosso porzioni del codice da lui scritte, in reazione alla mancata valorizzazione del suo apporto e al rifiuto di un incremento della sua partecipazione societaria. La startup ha contestato la legittimità delle pretese, chiedendo la restituzione del codice e un risarcimento danni.
Strategia
Abbiamo anzitutto riscontrato formalmente la diffida, confutando ogni accusa sulla base dell’assenza di un rapporto subordinato e della mancata retribuzione, con richiamo all’art. 4 del D.Lgs. 81/2015 (Jobs Act) che disciplina le collaborazioni organizzate dal committente. Abbiamo sottolineato come il codice rimosso fosse frutto di attività autonoma e non retribuita, rivendicando la titolarità intellettuale dello stesso. Al fine di evitare un contenzioso, lo Studio ha attivato una procedura di negoziazione assistita, formulando una proposta transattiva che tutelasse i diritti morali e patrimoniali del cliente e garantisse una composizione equa e proporzionata del suo apporto. L’intervento ha permesso di riaprire un dialogo costruttivo tra le parti, disinnescando il rischio di una vertenza giudiziale.
Team: C. Martinez Di Leo, A. Canella