Etichette fronte-pacco (FOP): rischi legali e strategie di compliance per le imprese

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Abstract

Le etichette nutrizionali fronte-pacco (FOP) non rappresentano più un dettaglio grafico. Nel contesto europeo e internazionale, stanno diventando una leva strategica per la reputazione, la conformità legale e il posizionamento competitivo delle imprese del settore alimentare. Dopo anni di sperimentazioni volontarie e scontri politici, la vera sfida oggi riguarda le aziende: come adattarsi a regole in evoluzione, gestire i rischi legali e trasformare un vincolo normativo in un’opportunità di crescita?

Etichette FOP e imprese: tra vantaggio competitivo e conformità

Nel mercato agroalimentare attuale, in cui la trasparenza è sempre più sinonimo di reputazione, l’etichettatura nutrizionale fronte-pacco (FOP) rappresenta non solo un possibile obbligo in via di definizione, ma anche una concreta leva strategica per le imprese. Nonostante l’assenza di un sistema armonizzato a livello europeo, molte aziende stanno adottando volontariamente etichette FOP per rispondere alle aspettative di consumatori attenti, investitori sensibili ai criteri ESG e buyer internazionali che preferiscono prodotti già conformi ai requisiti dei mercati di destinazione.

Dal punto di vista giuridico, pur in assenza di un obbligo UE, l’adozione volontaria di una FOP implica il rispetto dei principi di correttezza e veridicità stabiliti dal Reg. (UE) 1169/2011 e dal Reg. (CE) 1924/2006, oltre che dalle normative nazionali in materia di pratiche commerciali scorrette. Pur non integrando di regola un “claim” ai sensi del Reg. 1924/2006, l’effetto persuasivo di alcune FOP impone comunque cautele assimilabili: trasparenza, coerenza con il profilo nutrizionale reale e basi scientifiche solide.

In Italia, il Codice del Consumo (D. Lgs. n. 206/2005, artt. 20–23) vieta ogni informazione che, anche graficamente, possa indurre in errore il consumatore. L’azienda che decide di utilizzare una FOP è quindi tenuta a garantirne la coerenza con il profilo nutrizionale reale del prodotto, nel rispetto degli artt. 7 e 36 del Reg. (UE) 1169/2011, dell’art. 3 del Reg. 1924/2006 e dell’art. 35 del Reg. (UE) 1169/2011, che consente l’uso di forme di espressione e presentazione complementari solo se supportate da evidenze scientifiche e non fuorvianti per il consumatore.

Non a caso, diversi considerando del Reg. (UE) 1169/2011 mettono in guardia sui rischi connessi all’uso di sistemi di presentazione semplificata delle informazioni nutrizionali. Il considerando 26 richiama l’esigenza che le etichette siano sempre chiare e leggibili, mentre il 41 sottolinea che le informazioni nutrizionali devono essere semplici e comprensibili. Il considerando 43 precisa che le forme supplementari di espressione e presentazione, come i modelli FOP, devono svilupparsi sulla base di criteri normativi e scientifici solidi, e il 47 evidenzia il rischio che le informazioni facoltative compromettano la chiarezza di quelle obbligatorie. Nel loro insieme, questi principi rafforzano l’idea che i sistemi di etichettatura fronte-pacco, pur ammessi su base volontaria, richiedano un approccio responsabile, capace di coniugare trasparenza, conformità legale e tutela della reputazione aziendale.

A rafforzare questo quadro, l’art. 27 del Codice del Consumo attribuisce all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) poteri di intervento immediato in caso di pratiche ritenute ingannevoli o fuorvianti. Per le imprese, ciò significa che un uso improprio delle FOP può tradursi non solo in contenziosi civili, ma anche in procedimenti amministrativi sanzionatori.

Per un’analisi del contesto politico e del confronto tra i diversi modelli di etichettatura FOP (Nutri-Score, NutrInform, Keyhole e altri), si rinvia al contributo “Nutri-Score tra algoritmi e identità europea: salute, regole e mercato delle etichette nutrizionali”.

Compliance legale e giurisprudenza: cosa le aziende non possono ignorare

La giurisprudenza europea ha più volte chiarito che la correttezza informativa va oltre la mera lista ingredienti. Nella sentenza LSI – Germany (C-595/21, 1 dicembre 2022), la Corte UE ha imposto l’obbligo di segnalare, in prossimità della denominazione dell’alimento, la sostituzione di un componente tipico. Analogamente, nella causa Teekanne (C-195/14, 4 giugno 2015), ha ritenuto ingannevole un packaging che, pur corretto negli ingredienti, suggeriva attraverso immagini e grafica la presenza di sostanze assenti. Questi principi sono pienamente applicabili anche alle FOP: un’etichetta che attribuisce punteggi sintetici o giudizi cromatici deve essere contestualizzata da disclaimer chiari e da una presentazione grafica corretta.

In Italia, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha già esaminato diversi casi di utilizzo delle FOP, imponendo impegni correttivi o irrogando sanzioni nei confronti di operatori ritenuti non trasparenti. Rilevante, in prospettiva export, anche l’applicazione del principio di mutuo riconoscimento: sistemi ammessi in altri Stati membri possono essere utilizzati per prodotti destinati a quei mercati, ma non senza cautele specifiche in Italia.

Il messaggio per le imprese è univoco: usare sistemi FOP senza trasparenza espone a sanzioni, contenziosi e danni reputazionali.

Oltre la compliance: trasparenza e reputazione come asset strategici

Il potenziale delle FOP va ben oltre la semplice compliance normativa. Studi recenti mostrano che un sistema FOP chiaro e coerente contribuisce a migliorare la percezione del marchio, rafforzare la fiducia del consumatore e favorire la fidelizzazione. Comunicare la qualità nutrizionale diventa parte integrante della responsabilità sociale d’impresa. I rating ESG, sempre più utilizzati dagli investitori, premiano le aziende che adottano misure concrete per la salute pubblica e la trasparenza informativa lungo la filiera. Per approfondire il tema ESG, si veda “Gli obiettivi ESG possono trasformarsi in un rischio per la concorrenza?”.

Un altro fronte rilevante è quello dell’innovazione di prodotto. Molte imprese stanno riformulando le proprie referenze per migliorare i punteggi nei sistemi FOP. Questo processo può tradursi in benefici anche sotto il profilo della ricerca e sviluppo, nella riduzione di zuccheri, sale o grassi saturi, e nell’allineamento alle raccomandazioni delle linee guida nutrizionali nazionali ed europee (Linee Guida CREA 2018, EU Salt Reduction Framework).

Anche organismi internazionali come l’OMS e l’EFSA hanno sottolineato che un’etichettatura nutrizionale chiara e comparabile rappresenta uno strumento chiave nella prevenzione delle malattie croniche non trasmissibili, rafforzando così la dimensione sociale e collettiva delle FOP.

Le PMI incontrano tuttavia maggiori difficoltà: valutare l’impatto degli algoritmi, riformulare i prodotti e aggiornare le etichette richiede risorse e competenze specifiche non sempre disponibili. Eppure, è evidente che l’etichettatura fronte-pacco si stia affermando come un asset strategico per rafforzare la credibilità aziendale e consolidare relazioni di fiducia lungo la filiera.

Il futuro delle FOP: armonizzazione e datafication della reputazione alimentare

Dopo anni di sperimentazioni volontarie e dibattiti politici, la Commissione europea ha più volte rinviato l’introduzione di un sistema armonizzato di etichettatura nutrizionale fronte-pacco. La Relazione speciale n. 23/2024 della Corte dei conti europea ha evidenziato come questa incertezza normativa alimenti la frammentazione del mercato interno, generando difficoltà per le imprese e confusione nei consumatori. Nel frattempo, i sistemi FOP si diffondono nei mercati più sensibili alla salute pubblica e alla trasparenza, spinti da consumatori, ONG e investitori.

In questo scenario prende forma un fenomeno cruciale: la datafication della reputazione alimentare. Sempre più spesso la percezione di un prodotto non si costruisce solo sull’etichetta fisica o sulla comunicazione aziendale, ma su punteggi sintetici attribuiti da piattaforme indipendenti. App come Yuka contano ormai milioni di utenti in Europa e basano le loro valutazioni sul Nutri-Score integrato con altri indicatori di rischio (ad esempio additivi o pesticidi), influenzando direttamente le scelte d’acquisto: secondo un sondaggio diffuso da Yuka in Francia, oltre il 70% degli utenti dichiara di modificare le proprie scelte di acquisto dopo aver consultato l’app. Database collaborativi come Open Food Facts, open-source e gratuiti, utilizzati anche in progetti di ricerca e policy europei (es. valutazioni EFSA, programmi Horizon), rendono la comparazione accessibile a chiunque.

Questa nuova infrastruttura digitale comporta almeno due rischi per le imprese. Il primo è la semplificazione eccessiva: ridurre la complessità della nutrizione a un punteggio o a un colore può penalizzare alimenti sani all’interno di una dieta equilibrata, come dimostrato dallo studio “Are foods ‘healthy’ or ‘healthier’?” pubblicato nel 2021, che evidenzia i limiti dei modelli algoritmici nel rappresentare la reale salubrità di un alimento. Il secondo è la mancanza di una governance pubblica chiara: in assenza di un quadro normativo coordinato, proliferano sistemi privati o semi-privati, guidati da logiche di mercato. Non a caso, nel 2021 l’AGCM ha avviato un’istruttoria sul Nutri-Score e sull’app Yuka, rilevando possibili profili fuorvianti per il consumatore, e nel 2022 ha imposto impegni correttivi a operatori come Carrefour, VIVIL A. Müller e Dukan Nutrition.

Per le imprese alimentari questo significa che la compliance non si gioca più solo sul rispetto delle norme, ma anche sulla capacità di presidiare la propria rappresentazione digitale. Monitorare come i prodotti vengono valutati dalle piattaforme, garantire coerenza tra la FOP volontaria e la dichiarazione nutrizionale obbligatoria, adottare basi scientifiche solide e inserire disclaimer chiari diventano strumenti essenziali di gestione del rischio.

In definitiva, la trasparenza nutrizionale entra in una nuova fase: quella in cui i dati e gli algoritmi contribuiscono a determinare la reputazione di un prodotto al pari delle etichette ufficiali. Le imprese che sapranno anticipare questa trasformazione, adottando FOP trasparenti e scientificamente fondate e monitorando la propria immagine nei circuiti digitali, potranno trasformare un vincolo potenziale in un vantaggio competitivo, rafforzando compliance, reputazione e credibilità a livello globale.

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Data di pubblicazione: 22 Settembre 2025

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Carlo Bobbiesi

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