Guida al bando che porta le MPMI lombarde “verso nuovi mercati”

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Abstract

Regione Lombardia ha lanciato il bando “Verso Nuovi Mercati”, un bando pensato per le MPMI che vogliono strutturarsi per affrontare l’internazionalizzazione con metodo, competenze e visione strategica. In questo articolo spieghiamo a chi conviene partecipare, quanto si può ottenere, quali spese sono ammissibili e come evitare gli errori più comuni.

La tua impresa è abbastanza conosciuta all’estero?

Il bando “Verso Nuovi Mercati” di Regione Lombardia si rivolge, soprattutto, a una fascia molto precisa di MPMI lombarde: quelle che hanno già una certa struttura, ma che non sono ancora abbastanza conosciute all’estero.

Per partecipare serve infatti dimostrare di avere almeno due bilanci approvati e una sede operativa in Lombardia (anche da aprire in un secondo momento, purché prima dell’anticipo dell’agevolazione). Ma soprattutto, l’impresa non deve aver superato il 40% di export rispetto al proprio volume d’affari totale nell’anno precedente alla domanda.

Questo requisito serve a escludere chi è già fortemente internazionalizzato, privilegiando chi è ancora in una fase di sviluppo verso l’estero.

È importante sottolineare che il bando non finanzia la penetrazione di mercati già consolidati: il progetto deve essere orientato a un mercato estero nuovo o poco esplorato. In altre parole, non si tratta di consolidare ma di aprire nuovi sbocchi.

Per fare un esempio concreto: un’azienda che già esporta regolarmente in Francia non potrà chiedere contributi per rafforzarsi in Francia, ma potrà farlo per entrare in mercati come Canada, Emirati o Corea del Sud.

Restano escluse dal bando tutte le imprese che operano in settori vietati dal regolamento europeo sui fondi FESR, come quelle attive nel tabacco, nel gioco d’azzardo o nella pornografia, e anche quelle con gravi irregolarità contributive o fiscali, o che si trovano in situazioni concorsuali.

Quanto si può ottenere e come?

L’agevolazione prevista dal bando “Verso Nuovi Mercati” è composta da due strumenti congiunti:

  • un finanziamento agevolato e
  • un contributo a fondo perduto (fino a coprire l’85% del progetto).

Nel dettaglio, il finanziamento copre il 65% delle spese, con un tasso fisso dell’1,5%, senza necessità di garanzie. La sua durata varia da 3 a 6 anni, con un eventuale preammortamento fino a 24 mesi. Il contributo a fondo perduto copre invece un ulteriore 20%, ma sempre entro i limiti del regime “de minimis”, che fissa un tetto complessivo di 300.000 euro di aiuti pubblici ricevibili in tre anni da parte della stessa impresa.

Il contributo massimo richiedibile è pari a 120.000 euro, mentre il finanziamento agevolato può arrivare a 390.000 euro. L’investimento minimo per accedere al bando è 30.000 euro, mentre il massimo agevolabile è 600.000 euro.

Ma attenzione: non basta presentare un progetto, anche buono. La selezione avviene tramite graduatoria, con una valutazione di merito suddivisa in due parti:

  • La prima è economico-finanziaria, tramite il sistema di credit scoring.
  • La seconda è tecnica, e valuta la coerenza del piano di internazionalizzazione, l’impatto sul territorio, la sostenibilità ambientale e il realismo del cronoprogramma. Per risultare ammissibile, il progetto deve ottenere almeno 65 punti su 100, con punteggi minimi obbligatori su alcune voci chiave come la qualità progettuale e la capacità di penetrazione del mercato target.

Infine, il punteggio può essere migliorato se l’impresa è in possesso di certificazioni ambientali (es. ISO 14001) o se ha una compagine societaria a prevalenza giovanile o femminile.

Cosa si può finanziare (e cosa no)?

Uno degli aspetti più delicati e pratici del bando “Verso Nuovi Mercati” riguarda il progetto di internazionalizzazione ovvero le spese ammissibili.

Regione Lombardia ha definito con precisione ciò che può essere oggetto di agevolazione, ponendo limiti chiari per evitare l’utilizzo distorto dei fondi.

Innanzitutto, è possibile finanziare una consulenza per la redazione del Piano d’Azione per l’internazionalizzazione, a patto che si tratti di una prestazione esterna, non continuativa e di natura strategica. Non sono invece ammissibili consulenze interne o ordinarie (fiscali, legali, pubblicitarie).

La voce di spesa più rilevante è però quella dedicata proprio alla realizzazione del piano. Rientrano qui, per esempio:

  • azioni di marketing e comunicazione rivolte all’estero, come la traduzione di materiali promozionali, gestione social media in lingua, pubblicità su magazine internazionali,
  • ma anche l’ottenimento di certificazioni estere obbligatorie o adeguamenti tecnici del prodotto (es. etichettatura, packaging, software, test di mercato).
  • È ammessa anche l’attivazione temporanea di showroom (massimo sei mesi), purché con finalità promozionale e non commerciale.

Altre spese finanziabili includono:

  • la formazione del personale interno, se mirata ai mercati esteri, e
  • la gestione post-vendita da remoto (es. CRM, sistemi di assistenza multilingua). Interessante anche
  • la possibilità di acquistare hardware e software specificamente funzionali all’adeguamento del prodotto ai mercati target.

Tutte le spese devono essere rendicontate con estrema precisione, rispettando vincoli documentali, linguistici e contabili. Non è ammessa nessuna “leggerezza amministrativa”: errori di forma possono compromettere il finanziamento.

Chi partecipa, insomma, deve avere chiarezza progettuale e rigore esecutivo. Il bando non finanzia genericamente “l’internazionalizzazione”, ma l’implementazione concreta di un piano dettagliato, tracciabile e con finalità espansive ben definite.

Come si presenta la domanda e con quali rischi?

Presentare domanda per il bando “Verso Nuovi Mercati” è abbastanza semplice, ma tecnicamente delicato.

L’intero processo è gestito attraverso la piattaforma “Bandi e Servizi” della Regione Lombardia, con apertura delle domande dal 3 giugno al 9 settembre 2025. Tuttavia, non vige la regola del “chi prima arriva meglio alloggia”: la selezione avviene dopo la chiusura, in base a una graduatoria di merito.

La documentazione da caricare è ampia e articolata. Oltre al Piano d’Azione per l’internazionalizzazione, bisogna presentare dichiarazioni IVA, documenti societari, visura camerale, bilanci, moduli per il calcolo della dimensione d’impresa e (se applicabile) attestazioni antimafia o certificazioni ambientali.

Senza una progettazione rigorosa e formalmente ineccepibile, la domanda rischia l’esclusione. Anche la rendicontazione finale, per ottenere saldo e contributo, è soggetta a regole molto stringenti: le spese devono essere pagate con strumenti tracciabili, documentate, collegate alla sede operativa in Lombardia e coerenti con il piano approvato.

Se il progetto non raggiunge almeno il 70% delle spese previste, si rischia la decadenza dall’intera agevolazione. Inoltre, va considerata l’integrazione con altri strumenti. Il bando non è cumulabile con misure cofinanziate dal PNRR. È quindi essenziale verificare eventuali sovrapposizioni con altri aiuti pubblici ricevuti prima di procedere.

Maggiori dettagli sono disponibili nel documento ufficiale del bando: Verso nuovi mercati: sostenere l’internazionalizzazione delle imprese lombarde.

© Canella Camaiora S.t.A. S.r.l. - Tutti i diritti riservati.
Data di pubblicazione: 30 Giugno 2025

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Martina Di Molfetta

Laureanda in Comunicazione, Innovazione e Multimedialità presso l'Università degli studi di Pavia.

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