Abstract
Il business contemporaneo è chiamato a generare valore non solo economico, ma anche sociale e ambientale. Le Società Benefit rappresentano la risposta giuridica e strategica a questa nuova esigenza: un modello capace di integrare il profitto con la finalità di beneficio comune, creando un equilibrio virtuoso tra crescita, sostenibilità e innovazione. L’articolo analizza le implicazioni operative di questa scelta, dalla governance alla struttura statutaria, fino ai vantaggi concreti per le PMI italiane. Attraverso dati empirici e riflessioni identitarie, si evidenzia come il modello Benefit sia oggi una leva competitiva e culturale, in grado di ridefinire il ruolo dell’impresa nel mondo.
Impresa e impatto: la visione strategica delle Società Benefit
L’evoluzione in Società Benefit non è una semplice etichetta, ma una scelta che impone un nuovo paradigma imprenditoriale: conciliare il profitto con il beneficio comune, in un equilibrio virtuoso che si autoalimenta. L’impresa viene così concepita come agente attivo di benessere sociale e ambientale, non solo come motore economico.
Questa qualifica societaria si basa su una visione strategica integrata, in cui la gestione delle risorse, la profittabilità e il reinvestimento dei flussi di cassa devono essere allineati agli obiettivi di impatto. Solo così è possibile attivare una leva di crescita reciproca tra interessi economici e finalità etiche, fondamento del modello Benefit.
La spinta innovativa non è solo formale o normativa: nasce da una consapevolezza profonda che l’impresa è parte del contesto in cui opera. Ogni sua azione genera effetti diretti o indiretti sulla comunità e sull’ambiente. In questo scenario, il business stesso diventa la risposta ai problemi globali, come le disuguaglianze sociali o il cambiamento climatico.
Governance e statuto: i pilastri dell’evoluzione Benefit
Evolvere in Società Benefit richiede molto più di una modifica formale dello statuto. Si tratta di un cambiamento profondo che investe l’intera organizzazione aziendale, a partire dalla governance, passando per l’assetto amministrativo, fino alla strategia operativa. Il beneficio comune, definito nello statuto, deve essere realisticamente perseguibile, misurabile e sostenibile nel tempo.
L’adeguamento agli assetti organizzativi, amministrativi e contabili, richiesto dall’art. 2086 c.c., non è un onere burocratico ma un’opportunità strategica. Significa strutturarsi in modo tale da sostenere concretamente gli obiettivi di impatto, rendicontandoli con trasparenza e periodicità.
Per essere efficace, la scelta del beneficio comune non può essere generica o di facciata. Deve riflettere la missione dell’impresa, essere coerente con le sue capacità operative e rispondere a bisogni concreti del territorio o della comunità. Solo così il progetto Benefit può radicarsi nel lungo periodo, evitando derive reputazionali o rischi di greenwashing.
Ma quali vantaggi tangibili comporta diventare una Società Benefit?
Vantaggi concreti: perché conviene diventare Società Benefit
Diventare una Società Benefit non è solo una scelta valoriale, ma una leva competitiva concreta. Le imprese che adottano questo modello godono di una maggiore attrattività verso investitori e capitali privati, grazie alla chiarezza degli obiettivi sociali e ambientali e alla capacità di generare valore condiviso.
In alcuni contesti, le SB possono ottenere premialità nei bandi pubblici, accedere a network d’imprese orientate alla sostenibilità e consolidare strategie comuni. Non meno importante è il vantaggio reputazionale, che si traduce in una comunicazione autentica e distintiva verso stakeholder e consumatori, sempre più sensibili a temi ESG (Environmental, Social, Governance).
Inoltre, le SB risultano particolarmente attrattive per i giovani talenti, soprattutto quelli motivati da un approccio sistemico e orientato all’innovazione sociale. Anche sul piano commerciale, i consumatori premiano le aziende responsabili, aumentando la fidelizzazione e il valore percepito del brand.
Tutti questi fattori si traducono in benefici misurabili, come dimostra l’indagine condotta da Bellavite Pellegrini, Caruso e Di Domizio (2020) su 748 imprese (di cui 185 SB). I dati evidenziano che le Società Benefit sono più longeve, strutturate, meno indebitate e più profittevoli (indice ROA) rispetto alle imprese tradizionali.
Identità e innovazione: le PMI protagoniste del cambiamento
Quando una PMI sceglie di diventare Società Benefit, non sta semplicemente adottando un nuovo assetto societario: sta ridefinendo la propria identità. È un passaggio che segna l’ingresso in un movimento orientato alla risoluzione delle grandi sfide globali – i cosiddetti grand challenges – come le crisi ambientali, sociali ed economiche.
Secondo la ricerca citata, le motivazioni che guidano la transizione a SB non sono legate solo al vantaggio competitivo. Al contrario, prevalgono quelle identitarie e culturali: la volontà di diffondere valori etici all’interno dell’organizzazione, aumentare la performance su obiettivi ambientali e sociali, e integrare l’impatto positivo nella strategia d’innovazione aziendale.
Le imprese Benefit si percepiscono come parte di un ecosistema collaborativo, in cui la somma degli impatti individuali contribuisce a un cambiamento sistemico reale. Questo approccio trasforma la sostenibilità da vincolo a motore di innovazione, generando soluzioni che creano valore per tutti gli stakeholder.
Le Società Benefit, in particolare nel tessuto delle PMI italiane, rappresentano oggi dei veri game-changer. Pronte a uscire dalla propria zona di comfort, sanno affrontare la complessità del contesto economico attuale, traducendo le sfide in opportunità concrete per il futuro.
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Data di pubblicazione: 25 Agosto 2025
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Giacomo Dino Trinchera
Dottore Commercialista, Revisore Legale dei Conti, Social Impact & Sustainability Advisor & Auditor